La Biblioteca di Babele

Non so quanti di voi conoscano la Biblioteca di Babele, quindi faccio una breve introduzione. Si tratta di un posto descritto da Jorge Luis Borges nella sua omonima opera; lo scrittore descrive una struttura con estensione infinita, composta da sale esagonali, ciascuna delle quali ha quattro pareti adibite a libreria, con cinque scaffali ciascuna e 32 volumi di 410 pagine in ogni mensola; ciascun libro di questa biblioteca presenta sequenze di caratteri senza ordine, in tutte le loro possibili combinazioni. Nel racconto gli uomini si muovono con affanno in questo luogo alla ricerca del libro contenente la Verità.

Ho deciso di scriverne perché a quanto pare qualcuno ha creato un sito web con lo scopo di emulare questa biblioteca: Library of Babel. Tramite un algoritmo sono state generate e raccolte in volumi tutte le possibili combinazioni delle 26 lettere dell’alfabeto inglese, con l’aggiunta di spazio, virgola e punto; l’intero catalogo è liberamente consultabile è ha come unico fastidioso limite l’assenza delle lettere accentate (non previste dalla lingua Inglese), il che castra un po’ l’esperienza se si prova a cercare del testo in lingua italiana. Usando la funzione di ricerca potete trovare ogni frase che la vostra mente sta pensando, generata automaticamente dal sistema molto tempo prima che voi abbiate iniziato ad articolarla. La frase che ho appena scritto, ad esempio, si trova nel volume intitolato “dbj,ljviawt”, a pagina 390.

Nonostante l’estrema banalità del principio alla base del sito, non posso fare a meno di provare un misto di ammirazione ed irrequietezza ad ogni ricerca. Ricordate la teoria secondo cui delle scimmie che battono a caso di tasti di una macchina da scrivere, dato un tempo sufficientemente lungo, sarebbero in grado di comporre tutte le opere di Shakespeare? Ecco, avete sotto gli occhi la dimostrazione pratica della veridicità di questa ipotesi (che a quanto pare ha origine nella Grecia antica, tanto per cambiare1).

All’inizio volevo strutturare questo post come una riflessione su creatività ed originalità, ma poi ho desistito perché mi sono reso conto che l’impianto era un po’ troppo pretestuoso; una volta ogni tanto è bello anche semplicemente fare una segnalazione e basta, senza dilungarsi troppo oltre.

Quindi che dire ancora…buona ricerca!


  1. Un’affermazione molto diffusa in ambito accademico e che ho sentito fare dal vivo al Professor Umberto Galimberti può essere così riassunta: “Il picco della civiltà Occidentale è stato raggiunto nella Grecia antica, da lì in poi si è soltanto regrediti”. All’inizio mi sembrava quasi oltraggiosa, ma adesso inizio a credere che ci sia un fondo di verità.