Un povero contadino viveva con suo figlio in un piccolo villaggio della Cina settentrionale. Un giorno, un cavallo selvatico si avventurò nella sua proprietà e venne prontamente catturato. Gli abitanti del villaggio corsero dall’uomo per congratularsi e lodare la sua buona sorte, ma egli disse solo: “Può essere”. A distanza di una settimana il cavallo approfittò di una disattenzione e fuggì, al che gli abitanti ritornarono dal contadino per esprimere il loro rammarico riguardo la sua sventura. Il vecchio disse: “Può essere”. Passate tre settimane, ecco il cavallo tornare portandosi al seguito un forte e bellissimo stallone. Gli uomini del villaggio, increduli, si congratulano nuovamente con l’uomo per la sua fortuna sfacciata; lui rispose imperterrito: “Può essere”.
Al figlio del contadino lo stallone piacque talmente tanto che iniziò a cavalcarlo regolarmente. Un giorno, purtroppo, venne disarcionato e si ruppe una gamba nell’atterraggio. Gli abitanti, puntuali come sempre, si fecero vivi per consolare il vecchio in seguito alla disgrazia, visto che ora avrebbe avuto due braccia in meno su cui contare per il suo lavoro. La risposta fu sempre: “Può essere”. Caso volle che, in seguito ad un’invasione barbara, il governo mandò al villaggio dei funzionari al fine di reclutare tutti i giovani in salute; il figlio del contadino, in quanto storpio, venne tralasciato. Gli abitanti erano preoccupati per le vite dei loro figli e fecero presente al vecchio che l’incidente a cavallo era stato una benedizione, nonostante tutto. Il contadino si limitò a rispondere: “Può essere”.
— Zhuangzi