The MOON: Com’è uccidere un animale?
Lynx: È qualcosa che ti cambia la vita. Tenere nelle tue mani il corpo caldo di un animale, di un essere vivente che respira, scostare la sua pelliccia o le sue piume prima di sgozzarlo…ti riempie di umiltà. Richiede davvero la tua piena attenzione, realizzi che un altro essere sta per dare la sua vita così che tu possa nutrirti. Quando so che il giorno seguente dovremo uccidere, non riesco ad addormentarmi.
È molto diverso uccidere un animale addomesticato rispetto ad uno selvatico. I primi sono così docili, è quasi come se si concedessero a te. Preferisco decisamente cacciare un cervo che ha passato la sua vita a correre in libertà, piuttosto che uccidere un animale addomesticato.
Tiriamo a sorte per decidere chi dovrà materialmente ammazzare l’animale. Nell’ultima classe è toccato ad una ragazza vegetariana. Ha voluto farlo: ha voluto sapere cosa si provasse ad assumersi la piena responsabilità per la propria vita, il che include le vite che vengono sacrificate per lei.
Ha fatto un buon lavoro, si è impegnata con tutta sé stessa (uccidiamo sempre con sommo rispetto). Non so cosa abbia provato, ma so che ha mangiato ogni pezzo di quella pecora.
Ecco un’altra cosa che accade quando sai che un altro animale ha sacrificato la sua vita per te: non sprechi nulla. Mangiamo tutta la carne e gli organi. Usiamo le cervella per la concia, zoccoli e legamenti per la colla, ossa per utensili, gioielli e persino strumenti musicali. Ogni parte dell’animale diventa preziosa.
Quando vivi la tua vita in questo modo, tutto è ricondotto ad una storia. La storia della pecora che hai ucciso, mangiato, indossato e da cui hai ricavato strumenti è molto più ricca e duratura rispetto alla storia del pezzo di carne avvolto nel cellopane che hai comprato al negozio e di cui non sai assolutamente nulla. Quando conosci al storia del tuo cibo, vieni portato in contatto con la vita a livello viscerale. Quando non conosci la storia di ciò che mangi, sei disconnesso.
Quella che avete letto è parte di quest’interessante intervista di cui consiglio caldamente la lettura.
Non sono un fan di scelte alimentari radicali e, per quanto non mi piaccia infliggere sofferenza, adoro mangiare carne. Tuttavia noto che si sta sempre di più perdendo la consapevolezza di ciò che mangiamo e di che cosa significhi nutrirsi: affinché si possa sopravvivere, altri esseri viventi — senzienti e non — devono sacrificarsi per noi.
L’Uomo è parte integrante del sistema in cui si trova, ma col passare del tempo stiamo sempre più dimenticando questa verità fondamentale e ciò ha avuto pesanti effetti su ambiente, società e psiche. Lynx Vilden ha trovato un modo un po’ radicale per ristabilire il contatto con ciò che è essenziale e non credo che questo percorso sia adatto a tutti, ma credo che ognuno di noi debba, una volta al giorno, fermarsi ed aprirsi alla consapevolezza di essere vivo, cercando di capire pienamente ciò che questo comporta.
Dal canto mio, grazie a quell’intervista ho scoperto l’esistenza del progetto Living Wild e ho notato che ci sono corsi proposti in Italia; forse la prossima primavera farò un campeggio alternativo, chi lo sa.