Portare su Marte l’atmosfera di Venere

Stavo riflettendo sul fatto che mi è sempre stato molto più facile entrare in sintonia con le ragazze, piuttosto che con i ragazzi. Non ho mai provato ad indagare le cause, forse perché pensavo fosse un mio difetto o semplicemente un’abitudine consolidata dopo che, anni fa, alcuni miei grandi amici mi voltarono le spalle da un giorno all’altro. Oggi però, riflettendo su ciò che apprezzo davvero in un rapporto inter-personale, credo di aver capito dove stia la differenza tra le due categorie di persone: le donne tendono ad essere molto più disposte all’introspezione e non hanno grossi problemi a mostrarsi vulnerabili, una volta che si sentono a loro agio1.

Ormai ho capito da un po’ che io bramo connessione nei rapporti umani e provo un gran senso di appagamento quando riesco ad entrare in sintonia con una persona, è una tematica che mi è capitato di toccare anche in questo blog, un paio di anni fa. Ebbene, questa intesa si realizza se entrambe le parti sono disposte ad abbassare le difese e lasciarsi completamente andare; è come una trust fall: quel gioco in cui ti lasci cadere all’indietro, sicuro che la persona alle tue spalle ti prenderà tra le sue braccia, arrestando la caduta. Questo meccanismo funziona solo se c’è quel senso di cieca fiducia nel fatto che nessuno approfitterà di questa tua condizione svantaggiosa, ma fidarsi a tal punto da esporsi in questo modo è molto difficile.

È difficile per tutti, ma la mia esperienza mi dice che lo è di più per gli uomini che per le donne. Chiariamoci: sono riuscito ad instaurare questo tipo di rapporto anche con alcuni miei amici maschi, ma ci è voluto tanto tempo e ancora oggi noto occasionali resistenze. Di solito quando mi trovo a conversare con ragazzo e cerco di virare verso argomenti più introspettivi, finisco per trovarmi davanti ad un blocco monolitico da erodere pezzo dopo pezzo per arrivare al nucleo vitale, come risultato tendo ad irrigidirmi anche io e proiettare un’immagine di me che sarà anche quella più appropriata alla circostanza, ma non è rappresentativa di ciò che sento davvero. Spesso e volentieri, invece, una ragazza quasi mi invita a sciogliermi, mi mette a mio agio e si verifica quella compenetrazione di anime che tanto mi piace.

Nel primo caso l’interazione finisce spesso per risultare stressante e priva di significato, mentre nel secondo è molto più rilassante ed appagante. Non ho fatto alcuna ricerca in merito, ma penso che queste diverse modalità possano essere dovute in parte a differenze biologiche (e ormonali) che rendono più intuitivi certi comportamenti, e in parte da modelli interiorizzati durante la crescita. La biologia consente però margini di variazione, così come i modelli possono essere alterati e rimpiazzati; forse se le donne stanno imparando ad essere più assertive, anche gli uomini dovrebbero allenarsi all’introspezione e raggiungere così una maggiore maturità emotiva.

Questo pensiero può sembrare fin troppo campato in aria e infatti ero restio a condividerlo su queste pagine, ma poi sono incappato in un video molto interessante. Si tratta dell’esperienza di una donna che, per capire il più possibile cosa significhi essere uomo, decide di vestirne i panni per 18 mesi; tra le varie considerazioni ve ne sono anche di simili alle mie, con la differenza che le sue hanno un peso decisamente maggiore per via del modo in cui sono maturate.


  1. Quasi sicuramente esiste continuum che presenta varie posizioni, il mio discorso è una semplificazione a fini esplicativi.