Sono stato decisamente molto teso negli ultimi giorni, un tipo di tensione nervosa che neanche l’esercizio fisico è riuscito a dissipare. Ho molti pensieri per la testa, ma identificarli con chiarezza è molto difficile: è tutto un brusio confuso, una sinestesia di suoni e immagini che sembra impossibile da placare. L’unica cosa chiara è l’effetto che ottiene, l’ormai familiare sensazione di catene ai polsi e di gabbia toracica compressa; la voglia di urlare “Basta!”.
Quella che segue non è una riflessione, ma una serie di punti espressi come rivendicazione di me stesso, come espressione delle mie volontà.
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Voglio comunicare apertamente, senza rituali o formule non scritte, senza presunzioni o pregiudizi: mostrarmi per ciò che sono e venire rispettato, prima ancora che accettato o rifiutato.
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Voglio poter dire ad una ragazza che la trovo splendida, senza imbarazzarmi o curarmi di ciò che potrebbe pensare.
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Voglio distruggere ogni maschera.
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Voglio ammettere di avere paura, esattamente come gli altri sei miliardi di abitanti di questa terra. Tutti hanno paura, tutti soffrono, tutti cercano di sopravvivere. Io voglio vivere.
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Voglio rompere gli schemi.
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Voglio sentirmi libero di vestire in nero ad un matrimonio.
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Voglio girarmi dalla parte opposta a tutti quando sono in ascensore.
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Voglio scrivere un post-it con la mano sinistra, solo per sentire qualcosa di non familiare, di non meccanico, di non robotico.
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Voglio dire “ti voglio bene” ad un amico, guardandolo fisso negli occhi.
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Voglio uscire con una ragazza solo per conoscerla, senza sentirmi obbligato a fare uno straccio di prima mossa.
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Voglio dire di no, quando non mi va di fare qualcosa, anche se non sembra esserci motivo di rifiutare.
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Voglio poter mandare a cagare chi ritengo se lo meriti, senza dover dare spiegazioni.
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Voglio cantare la mia canzone preferita mentre passeggio in mezzo alla gente.
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Voglio poter ballare, anche se goffo è scoordinato nel farlo.
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Voglio dire ai miei genitori quanto sia loro grato.
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Voglio incenerire l’orgoglio tra le fiamme delle emozioni vere.
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Voglio piangere, per gioia o disperazione, e mostrare fiero le mie lacrime.
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Voglio esprimere ad alta voce le mie preferenze e non sentirmi obbligato a giustificarle.
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Voglio attaccare bottone con uno sconosciuto e chiedergli come si stente.
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Voglio poter star zitto quando non ho nulla da dire; nessun silenzio dovrebbe essere definito imbarazzante.
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Voglio che le discussioni davvero importanti avvengano faccia a faccia, anche se magari sono difficili da affrontare.
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Voglio riuscire a pisciare anche se qualcuno mi sta guardando.
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Voglio mettermi davanti ad uno specchio, nudo, ed apprezzare ogni centimetro del mio corpo.
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Voglio accettare con piacere i complimenti e dimostrare gratitudine, perché nulla è dovuto.
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Voglio esprimere ammirazione, quando questa viene dal cuore.
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Voglio viaggiare da solo.
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Voglio amare.
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Voglio parlare di quell’argomento che tutti stanno evitando perché troppo a disagio per affrontarlo.
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Voglio urlare.
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Voglio assicurarmi che le persone realmente importanti per me capiscano quanto lo siano. Purtroppo le parole sono troppo limitate per questo scopo.
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Voglio rivendicare il mio diritto ad incazzarmi, quando le mie palle sono piene.
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Voglio aver fede nelle mie convinzioni, anche se nessuno è d’accordo con me.
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Voglio sentirmi libero di aiutare, senza ricevere nulla in cambio.
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Voglio sentirmi libero dall’aiutare, senza per ciò essere un infame.
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Voglio sentirmi libero di accettare aiuti esterni, perché nessuno può sopravvivere restando solo.
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Voglio essere me stesso.
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Voglio risvegliare la vita latente in me.