Ho appena finito di leggere il libro di Sheldon Kopp ‘Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo!‘, un saggio brillante, denso di significato che nonostante le riflessioni profonde che provoca riesce ad essere comunque molto scorrevole e a catturare magneticamente l’attenzione del lettore. Senza dubbio un libro che consiglierei a chiunque.
Il volume si chiude con quello che l’autore definisce un ‘elenco escatologico della biancheria‘, ossia un elenco parziale delle “verità eterne“. Può essere visto come il sunto degli argomenti trattati dall’autore, derivante quindi dalla sua esperienza come psicoterapeuta ed essere umano. Tempo addietro ho pstato su queste pagine il mio ‘Manifesto’, se avete gradito le deduzioni di un ragazzo poco più che ventenne che la vita non ha ancora iniziato a viverla, direi che quelle del saggio dottor Kopp non potranno che piacervi e farvi riflettere.1
- È tutto qui!
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Non ci sono significati reconditi.
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Non puoi arrivarci da qui, e inoltre non c’è alcun posto dove andare.
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Siamo tutti già moribondi e saremo morti per molto tempo.
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Nulla dura per sempre.
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Non c’è alcun modo per ottenere tutto ciò che si vuole.
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Non puoi aver nulla a meno che non lasci la presa.
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Puoi conservare soltanto ciò che dai via.
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Non c’è alcuna ragione particolare per cui non hai ricevuto alcune cose.
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Il mondo non è necessariamente giusto. L’essere buoni spesso non viene ricompensato e non c’è alcuna ricompensa per la sventura.
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Nondimeno hai la responsabilità di fare del tuo meglio.
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È un universo casuale a cui noi apportiamo significato.
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In realtà non controlli nulla.
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Non puoi costringere nessuno ad amarti.
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Nessuno è più forte o più debole di te.
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Non ci sono grandi uomini.
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Se hai un eroe, dagli un altro sguardo: in qualche modo hai diminuito te stesso.
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Tutti mentono, ingannano, fingono (sì, anche tu, e certamente io).
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Tutto il male costituisce una vitalità potenziale bisognosa di trasformazione.
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Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti.
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Il male può essere spostato, ma mai cancellato, dal momento che tutte le soluzioni generano nuovi problemi.
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Tuttavia è necessario continuare a lottare verso una soluzione.
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L’infanzia è un incubo.
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Ma è così difficile essere un adultoindipendente, autosufficiente, consapevole di dover badare a sé stesso perché non c’è nessun altro a farlo.
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Ciascuno di noi è, in definitiva, solo.
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Le cose più importanti, ciascun uomo deve farle da sé.
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L’amore non basta, ma certamente aiuta.
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Abbiamo soltanto noi stessi e la fratellanza che ci unisce gli uni agli altri. Forse non è molto, ma non c’è altro.
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Che strano che tanto spesso, tutto sembra valer la pena.
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Dobbiamo vivere nell’ambiguità di una libertà parziale, di un potere parziale e di una conoscenza parziale.
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Tutte le decisioni importanti devono essere prese sulla base di dati insufficienti.
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Tuttavia siamo tutti responsabili di tutti i nostri atti.
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Nessuna scusa sarà accettata.
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Puoi fuggire, ma non puoi nasconderti.
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È importantissimo trovarsi senza più capri espiatori.
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Dobbiamo imparare la forza di vivere con la nostra impotenza.
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L’unica vittoria importante sta nell’arrendersi a sé stessi.
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Tutte le battaglie significative vengono combattute all’interno del sé.
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Sei libero di fare qualunque cosa vuoi. Devi soltanto affrontarne le conseguenze.
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Cosa sai…con sicurezza… ad ogni modo?
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Impara a perdonare te stesso, più e più e più e più volte…
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Se non avete familiarità con determinate tematiche psicologiche e filosofiche alcuni punti vi lasceranno scettici. Ho scelto tuttavia di non commentare ogni singola affermazione per invogliare a leggere il libro. ↩